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al testo di Annalisa Scialpi
Il gabbiano
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Un gabbiano plana sulle acque, con bianca levità si staglia, quasi incorporeo, sul riflesso di liquido cristallo. Regna sovrano del cielo, affonda, funambolo, in limpide linee d’aria, e dalla militante altezza come danzatore esperto plana giù, nell’acque trasparenti in picchiata sui pesci in superficie o sull’onda, resta rilassando il volo egli si specchia fino a quando sorge dal mare la sua antica corona d’imperatore.
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Salvatore Pizzo
- 04/11/2021 01:59:00
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Un gabbiano spesso incarna il pensiero di chi lo osserva, facendosi metafora del desiderio di libertà ed elevazione, palpitante nel petto dal respiro intenso come lazzurro del cielo. Così me ne viene da questi tuoi versi intrisi di salsedine e volanti su ali candide di speranza. Un abbraccio e grazie.
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Franca Colozzo
- 31/10/2021 21:39:00
[ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]
La tua poesia, Annalisa, ha richiamato alla mente altre da me scritte sui gabbiani, ma soprattutto il dolore da me provato nel trovare un gabbiano ferito sulla mia spiaggia. Gli abbiamo portato da mangiare e bere, mia nipote e io, ma oggi era scomparso nel nulla. Non sembra essere morto, speriamo non rimosso, ma volato libero e incurante delle nostre umane catene. Sarà questo forse il sentimento di libertà che ha preso anche te che, come reciti nella tua poesia, vorresti librarti in alto come un gabbiano. Ti confesso che mi reco a nuoto quasi ogni giorno sullo scoglio in mezzo al mio mare, casa di gabbiani e cormorani, per ammirare quelle splendide creature, inafferrabili coriandoli di luce. Buonanotte e buon inizio mese.
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Vincenzo Corsaro
- 31/10/2021 18:50:00
[ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]
Il suo richiamo fu più forte del rumore del vento fra gli alberi. Alzai lo sguardo e lo vidi, superbo, con ali spiegate ad accarezzare le correnti e giocare con loro. Lo osservai a lungo con occhi lucidi di lacrime non versate.
Mi chiesi cosa ci facessi io qui su questo suolo, prigioniero di un luogo che non mappartiene più, chiuso in questo inutile corpo.
Implorai che mi fossero donate ali e così volare via da qui, lassù nel vuoto dove tutto è amore e libertà, sentirne il soffio sulle piume e respirarne il profumo.[...]
Anche qui sul lago ne vedo molti di gabbiani e a volte resto incantato ad ammirare le loro evoluzioni, questo mi hanno fatto venire in mente i tuoi bei versi che sembrano librarsi su correnti invisibili. Un affettuoso saluto e una buona serata :)
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